Qualcuno dice d’averla vista sulla spiaggia nelle notti di luna, quando il mare carezza la sabbia e si ode solo il suo respiro. Qualcuno ha provato ad avvicinarsi, incuriosito e attratto da quella figura vestita d’argento. Nessuno è riuscito mai, però, a sfiorarla. Possibile vedere il suo viso, ornato da lunghi capelli, solo un istante prima che svanisca lasciando sulla sabbia solo orme di piedi nudi.
Aspettava silenziosa e immobile che arrivasse la notte. Gli elfi e le fate del bosco apparivano solo nella quiete più assoluta. Si riunivano ai piedi della Grande Quercia e intonavano canti tramandati dalla notte dei tempi.
Quella notte Mafar attese che il silenzio calasse. Poi, con passo lieve, s’incamminò verso la Grande Quercia e si sedette poggiando la schiena al tronco dell’albero. Avvertiva la presenza di qualcuno o qualcosa, ma non aveva paura. Sentiva la luce dentro di sé, forse era il suo angelo.
Quella notte lui non riusciva a dormire. Camminò a lungo, attraversando strade deserte e semafori che lampeggiavano riposandosi dal traffico frenetico del giorno. Camminò sino a raggiungere il mare. Alla fine della passerella sfilò le scarpe e lentamente si avvicinò alla riva. La spiaggia era illuminata dalla luna.
Pensò che fosse strana una notte più tiepida di quelle giornate battute da un vento pungente. Si stese sulla sabbia e chiuse gli occhi. Non sapeva esattamente quanto avesse dormito, sapeva solo che qualcuno aveva poggiato un bacio lieve sulle sue labbra. La vide allontanarsi come se neanche sfiorasse la superficie della sabbia, allungò un braccio quasi potesse trattenerla .
– Chi sei? –
La donna si voltò, gli sorrise e riprese il suo andare.
S’alzò di scatto per seguirla, ma lei era già svanita.
Stropicciò gli occhi pensando d’aver sognato ma quando li riaprì vide delle impronte fresche e, non molto distante dall’ultima , una piccola stella marina ancora bagnata di mare.