È che c’abbiamo un vizio,
di guardare sempre giù
per paura d’inciampare
o di centrarla, la pozzanghera.
Il passo sempre frettoloso,
il tempo che non basta mai,
gli occhi ad altezza di tombino,
pensieri in anteprima.
Allegra la Fontana delle Ancore,
– una manina ride a bagnarsi,
stretta nell’altra una corda per saltare –
ripete il ritornello all’infinito.
Soffi di tiepido scirocco,
– sospiri cadenzati –
spruzzano il passante,
costringono altrove lo sguardo.
Splende aristocratica dea
paga della sua bellezza.
Trasparenti nuvole d’argento
corrono veloci, carezze d’amante
in malizioso frizzante gioco d’amore.
Dal mio libro
IL SILENZIO È UNA FORMICA