Era nata di marzo e di quella stagione
ne portava scrosci improvvisi e brillanti schiarite,
della sua terra il calore e la sete,
profumi inebrianti e colori più intensi
A drappi – su anima e pelle – parole dal cuore
disegnavano pensieri in ascesa,
come rami protesi nel rincorrere luce
a volte s’impigliavano in nuvole,
da cui lunghe lacrime scivolavano giù
a bagnare tronco e radici finché, di nuovo libere,
potessero ancora giocare a rincorrersi.
Di loro conservò il ricordo e il cristallo,
in cui specchiarsi per ritrovar sé stessa.
Emma Di Stefano