È stato vuoto a perdere,
il feroce morso alla dignità,
bestia sbucata dagli inferi
a dilaniare carne.
Dov’eri?A parlarci del libero arbitrio?
Non temo l’inferno a dire verità.
Tremo al silenzio degli uomini,
ma di più al tuo.
Non ci è dato comprendere disegni divini
o di chi fosse in nome tuo sulla Terra.
E ricordo campane suonate per premio
a chi meglio ripeteva:
Ama il prossimo tuo come te stesso!
Non uccidere!
In questa storia in fondo
i morti restano in vita.
Quel fumo condensa da rimuovere,
ma riapparirà sempre
a dispetto di crine d’acciaio
che spazzola muri.
Da ricordare anche le vittime innocenti d’altri numerosi genocidi.